

L'attuale problema delle microplastiche presenti nell'acqua incoraggia il laboratorio Phytocontrol a sviluppare un nuovo metodo di analisi per fornire una soluzione agli attori del settore ambientale.
La produzione mondiale di materie plastiche è di circa 300 milioni di tonnellate all'anno, di cui 13 milioni di tonnellate corrispondono alla percentuale stimata che si può trovare nei fiumi e negli oceani.
Le materie plastiche sono onnipresenti nella nostra vita quotidiana e il 71% di esse trova la via del ritorno nell'ambiente sotto forma di rifiuti (il 9% viene riciclato, il 12% per il recupero di energia e l'8% viene stoccato in discarica).
Cos'è una microplastica ?
Una microplastica è una piccola particella di plastica le cui dimensioni sono convenzionalmente comprese tra 1 micrometro e 5 millimetri. Le microplastiche sono considerate polimeri solidi insolubili in acqua e possono essere suddivise in 2 categorie :- Microplastica primaria, prodotta per scopi industriali.
- Microplastica secondaria, derivata dalla frammentazione di grandi detriti plastici derivanti da processi di degradazione fisica e chimica. Questi sono quelli che troviamo nei sistemi acquatici.
Quali sono i rischi ?
Le microplastiche non sono biodegradabili e si trovano nelle acque superficiali (mare, lago, fiume...), nelle acque sotterranee e nell'acqua potabile (acqua di rete, acqua in bottiglia). Gli studi hanno anche dimostrato che i sedimenti potrebbero potenzialmente contenerli.Come indica l'ANSES, "le microplastiche possono presentare un pericolo a causa della loro composizione, soprattutto a causa di additivi, potenziali contaminanti chimici e contaminanti biologici (batteri) che vengono a fissarsi sulla loro superficie". Per questo motivo, le ONG stanno allertando i governi sull'uso massiccio della plastica. Recentemente, l'Unione Europea ha vietato molti oggetti di plastica: bastoncino cotonato, posate, cannucce... Un nuovissimo studio commissionato dal WWF sulla microplastica è stato pubblicato dall'Università di Newcastle in Australia: "No plastic in nature: Assessing plastic ingestion from nature to people" indica che una persona ingerisce 5 grammi di plastica a settimana è l'equivalente di una carta di credito in microplastica!
Ad oggi, le microplastiche non sono regolamentate nelle acque e non rientrano nelle classificazioni REACH. Uno standard AFNOR (NF T90-600) è attualmente in fase di sviluppo per l'analisi delle microplastiche nelle acque destinate al consumo umano e nelle acque sotterranee mediante spettroscopia vibratoria (Raman e Infrarossi).
La soluzione Phytocontrol
Sempre all'avanguardia nell'innovazione e al vostro fianco per accompagnarvi nelle questioni emergenti, raccogliamo la sfida di seguire l'evoluzione di questo neo-contaminante con un'analisi specifica tramite spettroscopia a Infrarossi a trasformata di Fourier (FTIR).Per ulteriori informazioni, non esita a contattare il tuo referente locale.
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